Storia, tradizioni ed eccellenze del sistema agroalimentare italiano raccontate attraverso un percorso costruito con oltre 400 tra aziende e consorzi della filiera made in Italy e sulle opere di un team di artisti che durante i sei mesi dell’ esposizione, cambieranno continuamente la facciata esterna del padiglione, che diventerà un luogo di incontro tra cibo e design. Si chiama “Cibus è Italia” il quartier generale di Federalimentare all’Expo 2015, presentato alla Triennale di Milano. Realizzato in collaborazione con Cibus e totalmente self built, è la struttura più estesa tra quelle ‘corporate’ ed è stata progettata per ospitare anche centinaia di iniziative riservate al pubblico professionale nazionale e internazionale.
La struttura, pensata dall’arch. Francesco Di Gregorio, è organizzata su 5 mila metri quadrati e articolata su due piani di esposizione e una terrazza per incontri, degustazioni, workshop e business matching. Sono 15 le sezioni merceologiche in cui si snoda il percorso conoscitivo: latte e formaggi, pasta, riso, dolsi e snack, vegetali, carni e salumi, filiera della carne bovina, olio, aceti e condimenti, prodotti ittici, bere italiano, tecnologie di produzione sostenibili, nutraceutica, comunicazione, territori. L’agenzia ICE ha attivato un massiccio programma incoming di operatori commerciali esteri: nel corso dei 6 mesi di Expo saranno invitati oltre 300 operatori provenienti da 35 Pesi raggruppati in 12 delegazioni.
Per il vice presidente di Federalimentare Paolo Zanetti, una sfida per rilanciare il settore che attualmente conta su un giro di esportazioni pari a 20,5 miliardi di euro, ma che punta a raddoppiare i numeri entro i prossimi 5 anni: “Un’occasione unica per le imprese, che potranno tessere una fitta rete di relazioni di business con operatori di tutto il mondo”.
Malgrado la crisi, ha spiegato ancora Zanetti, “l’industria alimentare italiana ha le potenzialità per essere uno dei motori della ripresa della nostra economia. Da 2 anni siamo tornati ai livelli pre-crisi e nel 2015 è attesa un’accelerazione della produzione alimentare che dovrebbe portarla attorno a un tasso espansivo del +1%”.
Sul piano dei consumi interni, inoltre, “ci si può aspettare un rimbalzo delle vendite alimentari di almeno 0,3 punti percentuali in media d’anno e con un dollaro forte e condizioni di stabilità nell’Eurozona è possibile che il nostro export agroalimentare raggiunga l’obiettivo auspicato dal Governo di raggiungere i 50 miliardi di euro entro il 2020 permettendo al Made in Italy alimentare di conquistare la leadership europea, colmando il gap con Francia e Germania”.
Con questo padiglione, “abbiamo investito sulla forma oltre che sulla sostanza”; ha commentato l’amministratore delegato di Fiere di Parma, Antonio Cellie, “con il più grande tra quelli corporate. Il padiglione è frutto di una operazione di successo che in pochi mesi ha raccolto, grazie anche al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, 15 milioni di euro per investirli nell’agroalimentare italiano”.
di Eleonora Albertoni
28 Febbraio 2015