No pizza, no party. Parafrasando una nota pubblicità, non si può non riconoscere che non ci può essere un momento di aggregazione mondiale come l’Esposizione Universale senza un cibo universale come la pizza. In giro per il mondo si trova di tutto, ma dovunque compare almeno una rassicurante insegna di un locale che serve la pizza. Questa pietanza napoletana è divenuta ormai universale e simbolo indiscusso del Made in Italy.
I produttori agricoli e i pizzaioli continuano a mantenere alto il prestigio dell’Italia nel mondo: pomodoro, farina, olio hanno infatti dato vita ad un’eccellenza. Per questo la Confagricoltura unisce il genio al gusto organizzando, l’1 settembre, una serata a Milano, nella Casa degli Atellani – Vigna di Leonardo, per celebrare la pizza in un fuori Expo Milano 2015 d’eccezione.
La pizza è insomma universale. Nata a Napoli a fine ‘800, così come la conosciamo, è diventata famosa in tutto il mondo. Ancora più di e-mail, computer e mamma, la stessa parola viene usata dovunque, e senza traduzioni, per definire una delle eccellenze del Made in Italy. Lo sottolinea Confagricoltura che celebrerà questo capolavoro, il prossimo primo Settembre, all’interno delle manifestazioni fuori Expo, in una location d’eccezione: la Casa degli Atellani -Vigna di Leonardo.
La pizza è attuale. Non segue le mode e piace sempre a tutti, ma obbedisce – almeno in Italia – a regole precise e non scritte. La BBC ha di recente dedicato un servizio alla “pizza che non esiste”, ovvero alla richiesta, rifiutata, ad una sua giornalista di una Marinara con la mozzarella. La Marinara si chiama così perché è la più semplice ed antica delle pizze rosse. Solo pomodoro, aglio, origano e olio extravergine per sfamare i pescatori rientrati in porto.
La pizza è condivisione. È da sempre un rito collettivo, sociale, momento anche di aggregazione, in particolare il sabato sera. Compleanni da festeggiare, amici all’improvviso, parenti, colleghi, davanti alla partita in tv… Ed subito pizza. Insomma, è meglio non mangiarla da soli. Come dire: “Dividi una pizza, moltiplica l’amicizia”.
La pizza è patriottica. Verde, rossa e bianca la Margherita porta i colori della bandiera italiana in tutto il mondo. Si dice che la pizza preferita dagli italiani sia nata nella pizzeria Brandi a Napoli in onore della Regina Margherita di Savoia in visita. Non solo è fatta con i colori del Regno d’Italia, ma ancora oggi è la più consumata dagli italiani: ne mangiano, in media, 7,6 kg l’anno ciascuno, superati dagli USA che ne consumano ben 13 chili a persona.
La pizza è un alimento completo. Bastano pochi, semplici ingredienti per dare origine a un piatto equilibrato e sano. È un pasto completo perché fornisce i carboidrati dell’impasto, le proteine della mozzarella e i lipidi contenuti nell’olio. Perfino in ogni regime dimagrante si permette una pizza (almeno una Marinara) nel giorno libero dalle limitazioni dietetiche.
La pizza è business e vanta numeri da capogiro. In Europa Italia, Germania, Francia e Spagna assorbe il 78% del mercato. I ristoranti e le pizzerie tricolori all’estero sono ben 72 mila per un giro d’affari di 27 miliardi di euro. In Italia, secondo Confagricoltura, si vendono cinque milioni di pizze al giorno, 56 milioni alla settimana, 1,6 miliardi all’anno, con un business da in costante crescita. Le 25.000 le pizzerie con servizio al tavolo e le altrettante take away, hanno un fatturato aggregato che sfiora i 9 miliardi di euro.
La pizza è lavoro. Sono più di 150.00 mila unità gli occupati. I pizzaioli in Italia sono 2.000, che diventano 4.000 se si considerano gli impieghi stagionali. C’è forte necessità soprattutto di avventizi, limitati fine settimana, periodo in cui si registra il picco di produzione e di consumo. Di questi, 65.000 sono italiani, 20.000 egiziani e 10.000 marocchini.
di Leonzio Nocente
29 Agosto 2015