Il Sistema fiere italiane come fondamentale strumento di valorizzazione del Made in Italy nel mondo, con un giro d’affari generato di oltre 60 miliardi di euro l’anno. Se ne è parlato all’incontro “Le Fiere Italiane tra Settori e Territori”, organizzato alla Stampa Estera dall’Associazione esposizioni e fiere italiane (AEFI), per presentare il Sistema Fiere Italiane alla comunità diplomatica e internazionale. Dalle fiere si origina il 50% dell’export delle nostre aziende; solo nel 2015 le fiere italiane hanno organizzato 89 manifestazioni all’estero. Nei quartieri espositivi italiani (che occupano una superficie complessiva di 4,2 milioni metri quadrati) nel 2015 sono state programmate 959 manifestazioni, 190 delle quali a carattere internazionale, per una mobilitazione di 22 milioni di visitatori.
“Per oltre il 75% delle piccole o medie imprese italiane”, ha detto Ettore Riello, presidente di AEFI (oltre che di Verona Fiere), “lo strumento ‘fiera’ rappresenta la grande leva della politica industriale del Paese, in cui pubblico e privato uniscono le loro forze. È l’unico mezzo di promozione oltreconfine. Utile al contatto diretto con il mercato e alla comunicazione della competenza aziendale in fase di ricerca attiva del potenziale acquirente”. Riello ha ricordato che “il nostro più che un fatturato è un investimento sul mercato”.
Duccio Campagnoli, vicepresidente di AEFI (e presidente di Bologna Fiera) ha ammesso che “il sistema fieristico italiano sta conoscendo una nuova crescita. Gli enti si sono trasformati in imprese che organizzano manifestazioni e non si limitano solo ad ospitarle. Insomma, non sono un insieme di sciocchi campanili, ma grandi piattaforme del Made in Italy, secondo solo al sistema fieristico tedesco”.
Parlando di collaborazione sui nuovi mercati come possibilità di crescita per il settore, Pietro Piccinetti, coordinatore della commissione Internazionalizzazione di AEFI (e amministratore delegato di Pordenone Fiere) ha ribadito come “il sistema fieristico italiano sia uno dei più importanti a livello internazionale, al secondo posto in Europa, dopo la Germania per dimensione e capacità di attrazione, e quarto a livello mondiale”.
Poi la nota dolente: la tassazione sugli immobili fieristici (a partire dall’IMU) li considera come se fossero centri commerciali anziché enti promotori e volano di economia. “Il sistema fieristico sconta, in termini di IMU, il danno di una necessaria rilevante volumetria”, ha riconosciuto Enrico Zanetti, sottosegretario dell’Economia e alle Finanze, “e bisogna individuare soluzioni per meglio definire la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici”. Per questo, ha aggiunto, “il Ministero
dell’Economia e Finanze è pronto a confrontarsi sulla questione di una adeguata tassazione immobiliare su un patrimonio che deve essere valorizzato. Un tavolo è aperto a tale proposito con l’Agenzia delle Entrate”
Benedetto Della Vedova, sottosegretario per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, ha sottolineato che “il Governo che quello della internazionalizzazione è un tema centrale per il nostro Paese”. In tale direzione, ha aggiunto, “maggiore e sempre più positiva è la capacità di lavorare con l’ICE mediante l’integrazione con la nostra rete diplomatica”. E ha dato atto che il Sistema Fiere è un’acquisizione positiva nel processo di cambio di mentalità del Sistema Italia”
Poi, entrando nei dettagli, Giovanni Mantovani, direttore generale di Verona Fiere, ha anticipato che cambia pelle il ‘Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly’, la più longeva tra le grandi competizioni, una tra le più importanti al mondo. La presentazione ufficiale del nuovo format, e del naming (incluso il logo) si svolgerà nell’ambito di “Wine2Wine”, in programma a Veronafiere il 2 e 3 dicembre. “In previsione della 50/a edizione di Vinitaly”,ha detto Mantovani, “abbiamo deciso di innovare la formula del giudizio con la collaborazione di Ian D’Agata, esperto di fama mondiale, affinché possano essere colte tutte le potenzialità dei vini iscritti. Per farlo, abbiamo adottato quelle che sono le best practice internazionali e proporremo il nuovo format proprio con la prossima edizione che si svolgerà prima dell’inizio di Vinitaly 2016, in programma dal 10 al 13 aprile prossimi”.
In particolare, il Concorso diventa Premio e tra le novità introdotte c’è il nuovo sistema di giudizio, con commissioni specializzate per aree geografiche al fine di garantire la corretta valutazione dei vini provenienti da tutte le zone di produzione e l’espressione del giudizio in centesimi per permettere ai vincitori di far capire immediatamente al mercato il valore del proprio vino.
Nel dettaglio, ha aggiunto Mantovani, il panel giudicante sarà più qualificato, con Commissioni formate da esperti provenienti da tutto il mondo di riconosciuta esperienza e credibilità, ciascuna delle quali dovrà giudicare i vini di una specifica area geografica di produzione. Le Commissioni valuteranno i campioni iscritti al Premio suddivisi per Paese o macroarea: ad esempio Stati Uniti/Canada, Sud America, Francia, Germania/Austria, Italia (quest’ ultima articolata per zone di produzione) e Cina. La dichiarazione del giudizio in centesimi va nella direzione del crescente interesse ad avere l’immediata traduzione del giudizio di un vino in un punteggio comprensibile dagli operatori e dal pubblico internazionale. Con l’utilizzo del sistema centesimale, cambierà anche il sistema di assegnazione dei premi.
Insomma, non più un fiorire di Gran Medaglie d’Oro, Medaglie d’Oro, d’Argento e di Bronzo e Gran Menzioni, ma un riconoscimento solo ai vini che raggiungeranno o supereranno una valutazione di 90 centesimi. Alle aziende premiate verrà consegnato subito un bollino adesivo da apporre ad ogni bottiglia della partita di vino vincitore con evidenziato il punteggio ottenuto, per permettere alle cantine di sfruttare in chiave marketing e già in occasione di Vinitaly il riconoscimento ottenuto.
di Dario de Marchi
14 Ottobre 2015