Il gelato, nonostante i moniti e le velate minacce, in Russia non è stato inserito tra i prodotti sottoposti all’embargo (luglio 2014) praticato nei confronti di una lunga lista di articoli di produzione degli Stati aderenti all’UE, come ritorsione per la politica europea anti russa per la guerra in Ucraina. Questa esclusione è quindi promettente per i gelati Made in Italy, la cui qualità e tradizione sono apprezzati in tutto il mondo. Insomma, questo è un settore che le aziende italiane del gelato possono valorizzare nelle loro esportazioni in Russia, sia nell’ambito delle forniture del prodotto finito, sia nell’ottica di una possibile produzione nel territorio russo.
Tale prospettiva si colloca in uno scenario internazionale del gelato considerato uno dei mercati più saturi nell’ambito dell’agroalimentare, trainato principalmente dagli Stati Uniti e dai Paesi europei, dove il consumo pro capite medio del gelato è stimato in 10 kg l’anno, mentre in Russia questo parametro è quattro volte inferiore. Vale a dire un mercato ancora vasto e da sfruttare.
Secondo fonti dell’Ambasciata Italiana a Mosca, infatti, i volumi produttivi del gelato in Russia raggiungo 650 mila tonnellate l’anno, con un fatturato complessivo che sia aggira intorno a 80 miliardi di rubli (circa 1,1 miliardi di euro). Il comparto dà lavoro ad oltre 30 mila persone, che operano principalmente nelle grandi realtà industriali.
Per quanto riguarda l’offerta, il mercato russo del gelato è caratterizzato dal dominio delle multinazionali, tra cui Nestle, Unilever e Baskin Robbins, che da sole controllano il 25% della produzione interna.
Nella Russia, contrariamente a quanto avviene in Italia e in gran parte d’Europa, il consumo di gelato è fortemente influenzato dalla stagionalità. Insomma, la distribuzione estiva del gelato è di gran lunga superiore agli altri periodi dell’anno. E questo comporta una inevitabile netta differenzazione nella struttura produttiva del mercato. Se d’inverno aumenta la quota dei gelati confezionati in grandi box per consumo casalingo, l’estate è tradizionalmente il tempo dei coni e dei gelati da passeggio.
Per quanto riguarda i gusti, secondo le forti della nostra rappresentanza diplomatica a Mosca, il 38% della popolazione russa
predilige il classico gelato con sapore di vaniglia. Seguono poi il gelato al cioccolato, alla crema e alla stracciatella.
Per il 70% dei consumatori il criterio principale nella scelta del gelato è il gusto preferito, mentre cresce nel frattempo il numero di chi è sempre più attento alla qualità del prodotto. Si tratta prevalentemente della fascia d’età che va dai 35 ai 65 anni. La tendenza generale dei consumi di gelato in Russia vede tra i più fedeli i bambini da 10 a 15 anni (il 68%) e gli adolescenti da 16 a 19 anni (il 57%).
Le problematiche più diffuse del mercato russo, secondo Intesco Research Group (Unione Produttori del Gelato), sono le stesse dell’intero settore alimentare: allargamento dei produttori e della grande distribuzione organizzata (GDO), bassa redditività e forte concorrenza.
Considerando peraltro che ad oggi la quota delle importazioni non supera il 3%, appare evidente che i margini di crescita che riserva la Russia ai produttori italiani è rappresentata dal settore Hotellerie Restaurant Catering (HoReCa) e dalle gelaterie che cominciano a fare la loro comparsa nelle strade delle maggiori città russe.
Il consumatore russo comincia, infatti, ad apprezzare il gusto del gelato artigianale (quello di cui l’Italia ha una indiscussa leadership internazionale), che spesso può essere trovato al bar, ne ristoranti italiani e nei centri commerciali.
A conferma di questa tendenza, a Mosca c’è stata la cerimonia di inaugurazione del Progetto Plombir, gestito dal maestro gelataio Sergio Dondoli, che è ormai un vero guru per gli appassionati di gelato in tutto il mondo. La sua famosa gelateria, posta nel borgo toscano di San Gimignano, è stata visitata da Tony Blair, Alexander Solzhenitsy, Franco Zeffirelli, Andrea Boccelli e molti altri Vip, i cui nomi sono conosciuti e stimati in Russia. Con il Progetto Plombir, i moscoviti hanno la possibilità di gustare il vero gelato italiano, senza doversi recare nel Belpaese. Dondoli ha infatti creato un’ampia gamma di gelati, divari gusti, che si preparano direttamente sul posto utilizzando i più freschi ingredienti. A giudicare dall’entusiasmo con cui i consumatori di Mosca hanno accolto la nuova gelateria italiana, creare secondo i principi dello stile italiano, ossia del Made in Italy, le prospettive del gelato artigianale italiano in Russia sono sicuramente rosee.
Non va dimenticato, infine, che il mercato russo è automaticamente emblematico per quelli dei paesi satelliti della ex URSS, come pure dell’Oriente. E, quindi, le tendenze che si formano in Russia sono destinate ad essere recepite da molti Paesi della vasta area circostante.
di Dario de Marchi
12 Ottobre 2015