È uno dei simboli di Trieste e un punto di riferimento nodale per chi naviga in Alto Adriatico. Si ripeterà dopo 74 anni, la cerimonia di accensione dello storico “Faro della Vittoria“, il potente impianto di illuminazione che troneggia sul Golfo dalla collina di Gretta, e che é ancora funzionante con la tecnologia dell’epoca.
L’occasione é data dall’apertura del convegno annuale dell’Associazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni (AEIT) che si terrà all’Università del capoluogo giuliano il 18 e 19 settembre prossimi, preceduta appunto dalla cerimonia di riaccensione della torre del faro.
L’evento sarà realizzato grazie all’impegno dei volontari della sezione Aeit-Friuli Venezia Giulia, al contributo di AcegasApsAmga (gruppo Hera), al supporto del Comune e dell’Università di Trieste, con la supervisione del Comando Fari di Venezia della Marina Militare.
Si rinnoverà così quanto avvenuto nel 1930 in occasione della XXXV riunione dell’Aeit, svoltasi sempre a Trieste. Durante quell’evento venne inaugurato il sistema di illuminazione del Faro della Vittoria, progettato dall’architetto Arduino Berlam, che parlò di “importanza predominante nel quadro generale della città” del faro.
La prossima riaccensione sarà telecomandata dal mare, con il supporto del servizio navale della Guardia di Finanza del porto di Trieste, attraverso un laser messo a disposizione da Eufoton e attrezzato con ottica sviluppata dal Laboratorio Laser di Sincrotrone Trieste.
Pesante 8.500 tonnellate ripartite lungo circa 68 metri di altezza, il Faro della Vittoria lancia un fascio di luce tra i più potenti al mondo, visibile fino a oltre 35 miglia di distanza, con una lampadina di 1.000 Watt alta solo quattro centimetri, poggiata su una struttura rotante in cristalli su supporto di metallo, galleggiante su un bagno di mercurio che ne assicura orizzontalità e verticalità.
Trieste, 1 settembre 2014
da Dario de Marchi