Dopo dieci anni di viaggio nello spazio e più di sei miliardi di chilometri percorsi, la sonda spaziale Rosetta ha raggiunto la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e orbita a 100 chilometri di distanza dal corpo celeste.
La missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha un cuore Made in Italy. La partecipazione del nostro Paese è avvenuta tramite il ruolo centrale dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ha visto impegnate le aziende del gruppo Finmeccanica (Finmeccanica Selex ES, Telespazio e Thales Alenia Space), diversi strumenti fondamentali per la buona riuscita della missione sono Made in Italy, come anche l’ideazione dei progetti di ricerca e l’esecuzione del viaggio.
Il viaggio della sonda spaziale Rosetta, lanciata il 2 marzo 2004 da Kourou, nella Gujana Francese, è durato 10 anni, percorrendo più di 6.000 milioni di chilometri, ora la sonda è entrata in contatto nell’orbita della cometa 67P Churyumov-Gerasimenko.
Rosetta, la sonda spaziale che prende il nome dalla Stele di Rosetta che permise agli studiosi di comprendere i geroglifici egizi e poter così ricostruire la storia di una cultura da troppo tempo perduta, ora le ricerche che farà la sonda spaziale a bordo della cometa permetteranno agli scienziati di avere delle informazioni preziose per lo studio dell’Universo.
Rosetta è una missione dell’ESA con contributi dei suoi stati membri e della NASA. Il lander Philae che il prossimo novembre verrà sganciato dall’orbiter per posarsu sulla superficie delle cometa, è stato sviluppato da un consorzio internazionale a guida di DLR, MPS, CNES e ASI. A bordo del lander, è Made in Italy il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni SD2 (Sampler Drill & Distribution), sotto la responsabilità scientifica del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari.
Il Made in Italy ha contribuito alla missione spaziale realizzando anche tre strumenti scientifici presenti a bordo dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) sotto la responsabilità scientifica dell’IAPS (INAF Roma), GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) sotto la responsabilità scientifica dell’Università Parthenope di Napoli, e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System) sotto la responsabilità scientifica dell’Università di Padova.
(di Eleonora Albertoni)