L’inveterato vizio di mostrar la propria parte migliore deve esser connaturato a chiunque voglia esporsi o esporre la propria mercanzia.
Così e’ per le Terre del primitivo, un pezzo di Puglia interna, racchiusa tra le province di Brindisi e di Taranto circondato da splendide e antiche cittadine: Oria, Torre Santa Susanna , Erchie, Avetrana, Maruggio, Torricella, Lizzano, Fragagnano, S.Marzano di S. Giuseppe, Sava, Manduria.
Nell’ordine, una spirale che converge verso il Primitivo.
Territorio nascosto a chi non sa vedere oltre gli aspetti cosuetudinari di cielo, mare, terra, comuni allo straordinario territorio pugliese.
Solo che l’imponderabile ha sempre la sua parte, ed in un incontro per giornalisti portati a passeggio, uno che fa foto ed uno che scrive incrociano le loro strade che, per birichinaggine innata, deviano da quella ufficiale del solito press tour.
Il Vitigno antichissimo, che ci accompagna insieme ai millenari ulivi si racconta che sia giunto da Sparta con l’Ecista Falanto che a Taranto fondò il primo caposaldo, e nell’antica guerra secolare combattuta tra Alleati di Sparta e Alleati di Atene (Peuceti e Messapi) fu proprio in quest’area che si decisero le sorti della civiltà futura. Sotto le mura di Manduria perì Archidamo III, Re di Sparta. Ed intanto l’Ecista aveva rivelato anche ai Brindisini il segreto del primitivo.
Ma poi la storia e la leggenda si intersecano e ogni comune ne ha una sua propria, talvolta racchiusa nel nome (tutti i nomi che finiscono in “ano” all’origine si portano le truppe di Roma, di Bisanzio sono i nomi dei Santi (San Marzano di San Giuseppe è una comunità “arbresh”).
Altre vicissitudini si intrecciano in altre comunità.
Qui si traccia un percorso a coclea di tipo enogastronomico, insomma un eatinerario e quindi non potevamo principiare che da Oria: residenza di Federico II di Svevia, colui che ha influenzato la cultura del secondo millennio e quindi anche la cucina, l’Anonimo Meridionale è a lui attribuito o al suo scalco, comunque gli era noto. E poi Oria è la patria di Vincenzo Corrado: Il Cuoco Galante, grandissimo precursore della cucina moderna e indiscutibile inventore del concetto di “parmigiana” inteso come forma di preparazione.
Torre Santa Susanna ha le sue devozioni religiose, ma noi, crapuloni inguaribili, non vediamo l’ora di andare in masseria, Pezzaviva per la precisione, a sollazzarci con i formaggi e anche qualche piccolo salume. Olio e Vino non mancano mai.
Da Torre ad Erchie a chiedere a Santa Lucia, nel suo santuario, di accompagnarci sempre e di farci vedere a lungo e lungo.
Poi Avetrana, città della quale si è molto discusso nei decenni precedenti perché alcuni buontemponi si erano prefissi di metterci su una centrale nucleare. Eravamo negli anni tra il 1970 e il 1980, ancora qualcuno, in politica, che teneva alte le ragioni della gente rispetto a quelle degli “investitori” c’era. E il disegno fallì. Le terre calde e fertili producono, olio, vino, ortaggi, legumi in grandi quantità e di ottima qualità. Un bel test preparato da mani antiche ed esperte si può fare a Marina Piccola, non c’entra on il mare ma il nome della signora che prepara il puré di fave più buono del mondo c’entra con tutto: si chiama Preziosa. Se è tempo di “friggitelli” evitare di mangiarli con le fave, si diventa rapidamente dipendenti.
E finalmente Maruggio, due passi dalla costa e comincia il vino particolare, quello esposto al libeccio dello Jonio che tanta sapidità e tanto minerale conferisce al sangue della terra.
Poi si prosegue, verso Torricella, a metà strada circa un viottolo: Masseria le Fabriche (con una B), farci pausa e farci casa è tutt’uno. Descriverla non serve, basta entrare e sentire il rosmarino che profuma e alberi d’ulivo millenari che ti guardano e sei in paradiso. E le persone che incontri sono solo angeli. Così son da ritenersi, che se li pensi donne potresti avere reazioni inconsulte …..
Torricella dunque, poi Lizzano, Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe tutte con una miriade di cantine nelle quali fermarsi a degustare fior di vini nella gamma del Primitivo. Scoprire che questo vitigno straordinario dà conto del terreno come nessun altro.
E poi a Sava, anche qui le cantine, ma non può scappare la Vinicola Savese della famiglia Pichierri. E di Vittorio, “ultimo dei mohicani” lo chiamiamo. Ultimo detentore del primitivo nella forma più tradizionale, invecchiato in “capasoni” che “finché campo lo devo fare così”. Certo ci sono anche tanti vini gestiti da Massimiliano con disciplinari più evoluti. Ma il “capasonato” quello è. E vittorio, se gli sei simpatico, si allontana rapido come un gatto e ti porta una sonda con del primitivo dentro, “Ssaggia quistu” e tu godi di un sorso divino irripetibile. Che secondo lui è giovane avendo appena una ventina d’anni.
Prima d’andar via gli dici che vai a Manduria e lui ti racconterà la vera storia del Primitivo di Manduria o della Stazione …
Ed eccoci a Manduria. Dove si va’ e chi lo sa? Al Fonte Pliniano a bere l’acqua magica e cercare la Cerva Regia e poi, poi ad ogni passo una cantina, nomi famosi e nomi piccoli ma certo non meno validi.
Ma i “disobbedienti” prendono la macchinina e vanno a trovare il signor Saracino ad Avetrana e, chieste indicazioni, non cavano un ragno dal buco. Saracino, ad Avetrana, è cognome comune di persona. Poi ti scambiano come turista dell’horror e provano ad indicarti la casa dell’omicidio di Sarah. Finalmente usi la parola chiave: “Barracca” e tutti ti indicano il laboratorio di “uarnamienti” ovvero finimenti per cavallo dei quali Barracca è maestro. Noto in tutta Italia ed anche oltre. Imperdonabile non andare a trovarlo.
Oppure spararsi sulla costa e andare alle saline di Torre Colimena a rompere le scatole agli uccelli acquatici che stanno nidificando, ovviamente usando sentieri diversi da quelli “Official” e, visto che ci sei, concederti una pausa di “dolce far nulla” al bar Ziu Bel a gustare un pasticciotto e del caffè in ghiaccio con latte di mandorle.
Girare tra i pescivendoli di Torre Colimena e capire perché qui c’è una delle fabbriche di tonno fra le migliori d’Europa. O mangiarsi un piatto di spaghetti con le cozze a metri cinque (distanza fra le cozze in mare e la cucina).
E così comprendi la gente di questo pezzetto di SUD, che se sei modesto, porti gli zoccoli e sai ragionare ti accoglie a braccia aperte. Sempre.
Poi ci sono le cose bellissime, musei, monumenti, angoli di storia e bellezze naturali. Ma per quelle ci sono le foto.
9 settembre 2014
Raccontato da Pino de Luca e accompagnato da immagini di Giorgio de Camillis