Naviga con il vento in poppa nei mari del mondo, nonostante la crisi, il distretto della produzione di giostre di Bergatino, in provincia di Rovigo. I profitti sono in crescita, tanti gli ordini da smaltire provenienti da ogni parte del mondo, dove è destinata gran parte della produzione e, per giunta, ogni giorno ci sono centinaia di visitatori in fila per vedere questa originale industria, un’autentica isola felice.
Il territorio interessato dal Distretto della Giostra del Polesine comprende i Comuni della parte occidentale della Provincia di Rovigo, quella che confina con il basso veronese ed il mantovano: Bergantino; Melara; Calto; Castelnovo Bariano; Ceneselli; Castelmassa. In questi Comuni sono operanti circa 68 imprese specifiche. Le realtà maggiori del Distretto rientrano nella classificazione di piccole imprese (meno di 50 dipendenti). Complessivamente il Distretto del Polesine dà lavoro a 271 persone concentrati prevalentemente a Bergantino e Melara.
«La crisi qui non è arrivata», ha ammesso Tommaso Zaghini, direttore del ‘Museo documentario della giostra e dello spettacolo popolare’, «anche se il 90% delle commesse arriva dall’ estero». Il Museo della Giostra e dello Spettacolo Popolare è un museo che nasce come centro culturale di ricerca e di documentazione storica per ciò che concerne il mondo dello spettacolo popolare itinerante, dalle origini legate alle fiere di paese alle giostre presenti nei moderni luna park.
Il museo si trova a Bergantino, nel Palazzo Strozzi sede anche della Biblioteca Comunale. Inaugurato nel 1999, il percorso museale si sviluppa in diversi ambienti e fra le opere esposte sono presenti una giostra per bambini di fine ottocento, documenti di una ricerca storico-iconografica sulle origine dello spettacolo viaggiante di Bergantino, materiale iconografico proveniente dal Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma.
«Tutti i costruttori ricevono i potenziali acquirenti, per la maggior parte stranieri, che non aspettano altro di fare ordini su ordini. Si tratta, infatti, di Paesi non toccati dalla congiuntura economica negativa di questi ultimi anni. Spesso gli affari non vengono conclusi in euro ma con altri tipi di moneta e questo ‘arricchisce’ ancora di più i costruttori», ha aggiunto.
«L’export ludico va ad alimentare nuovi mercati che da poco stanno avviando la costruzioni di parchi giochi. È il caso del Brasile, del Messico e, soprattutto, della Turchia», ha precisato Zaghini ricordando che «sono Paesi che non hanno subito la crisi dell’euro e che, quindi, possono investire nella costruzione di parchi divertimenti».
Secondo il direttore del museo, «le aziende sono specializzate nei settori della carpenteria, dell’elettromeccanica e dell’elettronica. Un insieme di conoscenze e tecniche specialistiche e tecnologicamente avanzate che fanno apprezzare la professionalità artigianale Made in Italy in tutto il mondo».
I mercati su cui è attivo il Distretto della giostra sono globali. La quota di mercato europea (Russia inclusa) è del 47%, mentre il rimanente 33% è relativa ai paesi extraeuropei. Tra i bacini extraeuropei i fatturati export più consistenti sono indirizzati verso il Medio Oriente (11 %) e l’America Settentrionale (10%); seguiti da America Latina (5%), Estremo Oriente (4%), Asia Centrale (2%) e Australia e Nuova Zelanda (1%).
I prodotti delle imprese del Distretto della giostra del rodigino caratterizzano eventi sportivi, musicali, cinematografici, moda, ecc. I clienti principali sono i luna park e le fiere itineranti (45% del fatturato), seguiti da grandi parchi a tema e di divertimento (28%); i centri commerciali (11,5 %), i centri di intrattenimento familiare (9%); le sale giochi (3,5%), i parchi (2%) e i playground (1%).
Oltre che a Mirabilianda le giostre prodotte nel Polesine si trovano a Disneyland, Legoland, Luna Park di Coney Island a New York, Europark a Vias Beziers in Francia, Dinosaur Park di Pechino e il Pyongyang della Corea del Nord.
Oltre i compratori di giostre, ha precisato Tommaso Zaghini, «sono molte le persone che vengono in visita al distretto e al museo per conoscere questa particolare realtà produttiva.
Diverse agenzie di viaggio dirottano gli stranieri da noi; si tratta di turisti cosiddetti calmi, che alternano camminate e gite in bicicletta e visite culturali».
«Il museo, infatti, non è una semplice esposizione di documenti riguardanti un passato più o meno remoto e non è nemmeno la ricostruzione di un antico luna park o una vetrina di giostre d’ epoca. La sua caratteristica è di essere un museo storico antropologico, di occuparsi cioè della storia dell’uomo, della sua creatività, del suo desiderio di felicità, della sua ansia di conoscere il futuro, del suo bisogno di sopravvivere superando le quotidiane difficoltà della vita, del suo innato bisogno di trascendere la realtà», ha concluso Tommaso Zaghini.
Rovigo, 28 agosto 2014
di Dario de Marchi