“Patto per Expo” è una sorta di accordo etico, a cui hanno aderito sinora più di 1.500 esercizi in tutta Italia, un accordo che vuol garantire standard economici di qualità e di sevizi ai visitatori che giungeranno in Italia in occasione di EXPO Milano 2015. Il “Patto per Expo” è condiviso, oltre che dagli operatori del settore, anche dalle associazioni dei consumatori e, naturalmente, dal Comune di Milano
La conferenza stampa di presentazione di Host, la fiera dell’ospitalità che si terrà a fine ottobre in chiusura di EXPO Milano 2015, ha offerto l’occasione, lunedì 30 marzo, per fare il punto di questo settore a Milano e in tutta Italia.
Erano presenti alcuni grandi nomi legati al settore dell’ospitalità: Alessandro Rosso (a cui fa capo il gruppo omonimo), l’architetto Dante Oscar Benini e lo chef Davide Oldani. Su tutto, è emersa la criticità di creare una sorta di “catena del benessere” che esca dai confini cittadini per allargarsi a tutta l’area metropolitana.
“Ovviamente Milano ha ancora molte cose da fare, e innanzitutto deve prendersi cura dei suoi ospiti di alto livello anche dove non è casa sua” ha detto Alessandro Rosso, proprietario fra l’altro del Seven Stars Galleria e del nuovissimo Town House Duomo 21, sempre in Galleria Vittorio Emanuele: “A cominciare dagli aeroporti, perché l’accoglienza si vede fin dall’arrivo”.
Proprio qui, invece, starebbe la chiave per attirare turisti, per invogliare gli stranieri non solo a venire a Milano, ma anche a tornarci. Di pari passo con un altro fattore, altrettanto noto e altrettanto trascurato: il fare squadra. All’interno, per fornire standard adeguati in tutta la città, ma anche all’esterno. Ed è così che Rosso ha lasciato trapelare il suo prossimo progetto: a pochi giorni dall’inaugurazione del Town House Duomo 21, con vista sul Duomo di Milano, sta prendendo forma l’idea di una “portaerei dell’Italian style”, una “verticalizzazione di tutte le eccellenze” del nostro Paese, ha anticipato Rosso, che metta insieme “moda, food e design, ma anche divertimento e cultura”. Un grande contenitore, insomma, del modo di vivere “all’italiana”, dove anche i dipendenti saranno italiani perché sarà una sorta di finestra sul Paese. Un hotel ci sarà, ma “sarà un di cui, non lo scopo.
di Eleonora Albertoni
6 Aprile 2015