Se si vede un poliziotto cinese per le strade di Roma e di Milano non si deve pensare allo scherzo di un buontempone. Fino al 13 maggio, infatti, pattuglie miste italo-cinesi saranno operative nelle strade delle due metropoli italiane. L’iniziativa, la prima di questo tipo del Dipartimento della pubblica sicurezza cinese in un Paese europeo, è stata presentata al Viminale dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano; dal nuovo capo della polizia, Alessandro Pansa, e dall’ambasciatore della Repubblica popolare cinese, Li-Ruiyu. Nella prima settimana, i quattro operatori della polizia cinese coinvolti dal progetto fanno coppia con agenti della polizia di Stato a Roma e con carabinieri a Milano; la seconda settimana con carabinieri a Roma e poliziotti a Milano.
“È una giornata importante”, ha detto il ministro Alfano, “che segna l’ulteriore rafforzamento della cooperazione tra i due Paesi in una forma inedita: si tratta di un progetto sperimentale, pensato soprattutto per i turisti che proprio in questo periodo dell’anno sono statisticamente più numerosi in Italia. Ma considerata la rilevanza della comunità cinese residente nel nostro Paese, se l’esperimento funzionerà potrà essere sicuramente esteso”.
“I pattugliamenti congiunti”, ha spiegato Pansa, “erano previsti dal memorandum d’intesa sottoscritto all’Aja nel settembre scorso tra il ministero dell’Interno e il Dicastero della pubblica sicurezza cinese. Il concetto base è quello della ‘polizia di prossimità’, la possibilità di rivolgersi ad agenti del loro Paese a così grande distanza da casa accrescerà la sensazione di sicurezza dei turisti cinesi”.
Per adesso si parte con Roma e Milano, ma l’idea è quella di estendere il progetto ad altre città italiane: le nostre forze di polizia, invece, per il principio di mutua reciprocità svolgeranno analogo servizio a Pechino o a Shangai da settembre”.
“La cooperazione di polizia tra i due Paesi è un elemento fondamentale”, ha sostenuto anche l’ambasciatore Li-Ruiyu, “cui è stato dato recentemente nuovo impulso. I pattugliamenti congiunti rappresentano una misura concreta tesa a garantire una sempre maggiore sicurezza ai cinesi all’estero: è un segnale importante che si parta proprio dall’Italia dove arrivano ogni anno in visita milioni di nostri connazionali”.
“Vogliamo ringraziare il governo cinese”, ha aggiunto il ministro Alfano, “per questo progetto sperimentale, il primo esempio in Europa, che certamente rafforzerà il senso di sicurezza dei tanti turisti cinesi che visitano il nostro paese. La cooperazione di polizia è molto importante e questo esperimento si può dire che viola quello che è stato da sempre considerato uno dei concetti di sovranità di uno Stato: cioè l’esclusività di vedere delle divise di un singolo Stato sul proprio territorio nazionale. Oggi, invece, si dimostra che si può fare cooperazione e sicurezza anche con divise di altri paesi sul proprio territorio statuale”.
L’ambasciatore cinese ha sottolineato come “ogni anno giungano in Italia circa 3 milioni di turisti cinesi e che risulta oggiessenziale un contesto stabile per lo sviluppo commerciale e del turismo con un ruolo sempre più importante giocato proprio dalla sicurezza. La partnership che oggi si instaura tra i dipartimenti di polizia dei nostri due Paesi”, ha proseguito Jinrong, “si è intensificata molto negli ultimi anni tra i nostri due Stati sia nella lotta alla criminalità internazionale che in quella al terrorismo. Questo progetto risulta molto ben visto dal nostro governo e rappresenta un punto di partenza e non di arrivo per lo sviluppo stabile delle nostre rispettive economie”.
Da parte sua il prefetto Pansa ha definito l’accordo con il Dipartimento di polizia cinese un “investimento strategico che apre ad uno scambio futuro sempre maggiore di informazioni e strumenti per fronteggiare la criminalità transnazionale che sempre più non può essere combattuta da un singolo Stato. Quella che stiamo vedendo è una forma di collaborazione che renderà più semplice anche lo scambio commerciale e culturale tra i nostri Paesi”. Con benefici anche per gli scambi turistici e culturali.
di Dario de Marchi
06 Maggio 2016