Tutti pazzi per i droni. Gli aeromobili a pilotaggio remoto, meglio noti come droni, viaggiano in assenza di pilota e controllati anche da lunghissime distanza attraverso il computer di bordo. Leggeri, piccoli e quasi silenziosi (insomma, subdoli), li abbiamo scoperti quando per la prima volta venivano usati, e sono usati tuttora, per scopi militari in impegnative guerre lontane contro nemici coriacei. E ora ce li troviamo dovunque nella quotidianità della vita civile. Dai giochi, ai matrimoni fino alle più utili applicazioni per l’agricoltura e la sicurezza delle città (pure per documentare le contravvenzioni stradali!), ma anche alle riprese aeree per la televisione e il cinema, il drone sta diventando sempre più diffuso, efficace e utile anche in Italia.
“AeroDron è una delle prime start up che ha dato il via a diverse sperimentazioni, tra cui ‘Pomì in quota’. Un progetto sviluppato con alcune aziende agricole di Cremona, Piacenza e Parma, per conoscere lo stato di salute del terreno e individuare precisamente le eventuali aree di sofferenza e stress idrico delle coltivazioni di pomodoro”, ha spiegato Marcello Chiaberge, responsabile del progetto Fly4SmartCity del Politecnico di Torino.
“In questo ambito, si sfruttano i droni per elaborare ‘mappe di vigore’ e valutare disomogeneità nello sviluppo vegetativo, idratazione e nutrimento del suolo, ma anche per distribuire fitofarmaci sui terreni in modo più puntuale, sfruttando la bassa quota del volo”.
“I campi applicativi di questi strumenti futuristici a emissioni zero”, ha fatto notare l’esperto, “sembrano davvero non avere limiti. Basti pensare che i velivoli senza pilota permettono di documentare grandi eventi, manifestazioni, scenari di guerra, così come di fruire di performance artistiche e sportive attraverso un nuovo punto di vista e perfino riprendere matrimoni, business peraltro ambitissimo”.
Così anche in Italia, ha aggiunto Chiaberge, “stanno nascendo anche diverse aziende di monitoraggio dei cantieri. Anche Expo 2015 ha scelto di utilizzare questa tecnologia e raccontare lo sviluppo dei lavori, anche se in questo caso si tratta quasi di un utilizzo cinematografico. Mentre in Germania ci sono un paio di aziende che si sono specializzate nell’uso di droni per fotogrammetrie dentro i cantieri, per monitorare l’avanzamento dei lavori in tempo reale, ma anche per fare fotografie termiche e altre operazioni proprio a supporto dei cantieri”.
Un altro settore applicativo, sul quale sta lavorando anche il Politecnico di Torino, è quello della sicurezza in montagna. “Il drone, in questo caso, è usato”, ha raccontato Chiaberge, “come sentinella lungo i sentieri di montagna. Spesso come supporto per la ricerca dei dispersi in caso di valanga, essendo dotato di ricevitore Arva, ma anche per portare pacchetti di primo soccorso o di sopravvivenza, scattare foto e inviarle ai soccorritori”.
C’è poi il progetto ‘Fly4SmartCity’, realizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con il Joint Open Lab Crab di Telecom Italia, per rendere le città più sicure. “Il progetto, in particolare, si rivolge”, ha aggiunto, “ad amministrazioni comunali, vigili del fuoco, e altre categorie e mostra come l’attuale tecnologia possa prestare servizio in situazioni di emergenza e crisi in contesti cittadini”.
17 novembre 2014
di Dario de Marchi