L’Italia piace di più laddove è più autentica. È questo uno degli aspetti emersi con maggiore evidenza dalla ricerca “Viaggio in Italia”, commissionata dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza alla società di ricerca GfK. “Una ricerca sulla percezione che gli stranieri hanno dell’Italia è un tassello fondamentale all’interno di un progetto di costruzione e valorizzazione dell’Identità Competitiva del nostro Paese”, ha dichiarato Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione, ricordando che “lo studio fornisce una fotografia mai scattata prima dell’esperienza del viaggio in Italia, ricostruita attraverso la voce dei visitatori. Un punto di partenza necessario per la missione che la nostra Fondazione si propone, ovvero il diffondere massimamente la consapevolezza del potenziale economico, culturale e sociale che rappresenta l’essere la Patria della Bellezza.”
Secondo Paolo Anselmi, vice presidente della società di ricerca GfK, “abbiamo condotto questo studio con l’obiettivo di rilevare le valutazioni sul nostro Paese di coloro che lo hanno visitato negli ultimi tre anni. 5000 interviste sono state effettuate nei sette Paesi stranieri ai primi posti nell’interscambio commerciale e per presenza turistica in Italia (Germania, Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Francia, Giappone e Russia). Ne è emerso uno spaccato significativo degli aspetti positivi e delle criticità percepite del nostro Paese.”
L’Italia è un Paese capace di suscitare grandi passioni. La quota di turisti che alla domanda “Complessivamente quanto è rimasto soddisfatto delle sue esperienze di viaggio/vacanza in Italia?” ha risposto “moltissimo” (49%) spicca con un distacco rilevante rispetto al dato registrato per altri Paesi europei, quali Spagna (43%), Francia (40%), Grecia (38%), Regno Unito (37%) e Germania (34%). L’innata capacità italiana di accoglienza, il talento nel saper offrire un’esperienza ricca e emozionante, segnano un vantaggio competitivo importante a favore del Belpaese. La soddisfazione complessiva arriva, infatti, all’85% se si considerano coloro che hanno risposto “moltissimo” e “molto”.
Ciò che conquista di più è l’“arte di vivere”. Venire in Italia significa fare personale esperienza di questa felicità quotidiana. E in questo senso, non sorprende che il grado di soddisfazione sia considerevolmente più alto della media (49%) laddove il viaggio include Regioni generalmente escluse dai tour classici, ma in grado di offrire l’esperienza di un’italianità genuina e autentica: Friuli Venezia Giulia (55%), Piemonte e Valle d’Aosta (58%) e soprattutto Calabria e Basilicata (68%).
Ad oggi, tuttavia, il turismo rimane fortemente concentrato in 4 Regioni – Lazio, Toscana, Lombardia, Veneto – mentre mille altre meraviglie restano sconosciute. D’altra parte il 61% di chi è stato in Italia dichiara un forte desiderio di ritornare, consapevole che l’esperienza del Paese non possa esaurirsi in un solo viaggio.
Uno dei dati più significativi emersi è che, al crescere del livello di soddisfazione del viaggio, cresce la propensione a “comprare italiano”, il famoso Made in Italy, a testimonianza del fatto che il turismo è una risorsa strategica per il Paese non solo in sé ma anche per il successo del nostro export. Su 100 visitatori molto soddisfatti, 89 compreranno almeno un prodotto italiano di cui: accessori (37%), abbigliamento (40%), vini (60%) e prodotti alimentari (64%).
Dopo le note positive, non mancano comunque i richiami. I visitatori di tutti i Paesi coinvolti hanno messo in evidenza le aree di miglioramento: in particolare i tedeschi, che rappresentano più di un terzo dei visitatori e il cui giudizio è mediamente tra i meno positivi per tutti gli aspetti indagati, e gli asiatici, un target in forte crescita che l’accoglienza italiana fatica a soddisfare a causa di una capacità complessiva di dialogo con queste culture ad oggi modesta, ma potenzialmente in grado di rivelarsi nel prossimo futuro un fattore critico di successo.
Infine, per tutti, i prezzi sono un problema: trasparenza e rapporto prezzo/qualità risultano in modo trasversale le due aree più critiche.
Chiude la ricerca una nota relativa agli 800 italiani intervistati che hanno viaggiato in Italia nell’ultimo anno. L’ipercriticismo verso noi stessi è tratto costitutivo della nostra cultura e la ricerca lo conferma. Il livello di soddisfazione, decisamente più basso (68%) rispetto alla media degli stranieri (85%), è per alcuni aspetti legato al fatto che gli italiani non sono consapevoli della straordinaria potenzialità del proprio patrimonio; d’altra parte più degli stranieri sanno quanto gli elementi di disservizio siano strutturali.
Ciò che emerge dalla ricerca, in sostanza, è che l’Italia piace moltissimo: le caratteristiche distintive del nostro Paese bene interpretano il bisogno di autenticità, identità e socialità, prioritario tra le fasce di visitatori più qualificate. Ma per cogliere al meglio questa opportunità sarà necessario migliorare. A tal proposito la Fondazione propone alcune indicazioni progettuali. Favorire la scoperta dell’Italia nascosta. Definire una comunicazione coordinata che prenda come riferimento l’Identità Paese e al contempo sappia mettere in evidenza le attrattività specifiche dei singoli territori. Parallelamente, dotare tali luoghi di adeguate reti di servizio per trasformare i punti di debolezza esistenti in esperienze inaspettate e sorprendenti.
Promuovere la cultura dell’accoglienza. Favorire la formazione e la crescita professionale e culturale degli operatori del turismo: un aspetto che coinvolge tanto le competenze tecniche (conoscenza delle lingue, padronanza del territorio e delle sue attrattività …) quanto i comportamenti (trasparenza dei prezzi, rapporto qualità/prezzo, chiarezza della proposta, ecc …).
Integrare i luoghi della produzione d’eccellenza nei percorsi di viaggio. Attivare un dialogo tra Impresa Italiana e operatori del turismo per favorire la conoscenza del saper fare eccellente che sottende la nostra produzione, sostenendo così il valore e la promozione del Made in Italy.
Proporre esperienze costruite intorno ai target. Rifocalizzare l’offerta turistica, oltre che intorno al territorio, intorno alle passioni e agli interessi dei visitatori stranieri, per definire una proposta più ricca e corrispondente ai nuovi stili di viaggio.
Sensibilizzare i pubblici interni (istituzioni, imprese e cittadini) al valore del nostro Paese. Promuovere negli Italiani la piena consapevolezza della propria eredità e del ruolo che ciascun attore riveste nella sua piena valorizzazione, perché essi stessi diventino i primi ambasciatori del proprio Paese. Un cambiamento culturale che passa, tra le altre cose, attraverso la scuola.
Infine una proposta al Governo da parte del presidente della Fondazione, Maurizio di Robilant: un invito alla creazione di una “cabina di regia” per il coordinamento di una strategia unitaria della promozione turistica del Paese.
di Leonzio Nocente
30 Ottobre 2015